Il ministro giapponese Taku Eto si dimette dopo una dichiarazione controversa sul riso, alimento base il cui prezzo è raddoppiato in un anno.
In Giappone, il riso non è solo un alimento fondamentale, ma rappresenta anche un elemento culturale profondamente radicato nella società, caso che l’ex ministro Taku Eto sapeva bene. Tuttavia, negli ultimi mesi, il paese ha affrontato una crisi significativa legata a questo cereale. Le cause principali includono raccolti scarsi dovuti a condizioni climatiche estreme nel 2023, un aumento della domanda interna e problemi nella distribuzione.
Nonostante il governo abbia rilasciato quantità eccezionali dalle riserve strategiche, l’effetto sui prezzi è stato limitato. Il prezzo del riso è infatti praticamente raddoppiato in un anno, complicando ulteriormente la situazione economica delle famiglie.

La dichiarazione controversa e le sue conseguenze
In questo contesto, durante una manifestazione pubblica, il ministro dell’Agricoltura Taku Eto ha affermato: “Non ho mai comprato riso perché i miei sostenitori me ne danno così tanto che potrei praticamente venderlo.” Questa dichiarazione, percepita come insensibile e inappropriata, ha suscitato forti reazioni negative.
Il giorno successivo, il ministro ha dichiarato: “Ho appena presentato le mie dimissioni al primo ministro Shigeru Ishiba.” Le sue scuse non sono bastate a placare l’indignazione pubblica. Il segretario generale del Partito democratico costituzionale, Junya Ogawa, ha definito le parole di Taku Eto “estremamente inappropriate, intollerabili.”
Un nuovo inizio con Shinjiro Koizumi
A seguito delle dimissioni di Eto, il primo ministro Ishiba ha nominato Shinjiro Koizumi come nuovo ministro dell’Agricoltura. Ex ministro dell’Ambiente, Koizumi è conosciuto per la sua immagine positiva e per essere il figlio dell’ex primo ministro Junichiro Koizumi. Ishiba ha affermato di attendersi da lui un ruolo attivo nella gestione della “impennata dei prezzi del riso.”
La nomina di Koizumi segna l’inizio di una nuova fase per la politica agricola giapponese, con l’obiettivo di riconquistare la fiducia della popolazione e stabilizzare il prezzo di un alimento tanto simbolico quanto essenziale.